Dalla sublimazione alla sublimatio

Wim Wenders: Così lontano così vicino

In alchimia la sublimatio è il processo che trasforma ciò che è materiale in aria, elevandolo. Attraverso la sublimazione, ciò che è inferiore è chiamato a un ordine superiore. Occorre separare la massa indistinta in cui materia e spirito sono fusi in uno stato di contaminazione inconscia. Lo spirito deve cercare la sua purezza, combattendo tutto ciò che è materiale.

Tutte le immagini che si riferiscono a un movimento verso l’alto — come scale a pioli, ascensori, arrampicarsi, uccelli che spiccano il volo, volare, torri, montagne e così via — appartengono al simbolismo della sublimatio.

Psicologicamente questo corrisponde a un modo di gestire un problema: ci si pone al di sopra di esso quando lo si vede obiettivamente” (Edinger, p. 212). Osservare il processo, essere riflessivi e spettatori di sé stessi: è il pensiero mercuriale.

Nel cinema (come nei sogni) questa prospettiva può essere rappresentata con scene viste dall’alto, inquadrature panoramiche che sorvolano il paesaggio o la scena, trasferendo allo spettatore quello stato d’animo particolare: “più in alto si va e più ampia e globale diviene la prospettiva” (ibidem, p. 213).

L’opposto polare della visione globale e oggettiva si manifesta nella perdita del potere, dell’agire, della capacità di incidere sulla realtà. La Psicoterapia della Gestalt ci ricorda quanto sia significativa l’azione nel processo di crescita dell’individuo; perdendo la capacità di “aggredire”, “ci si allontana dalla vita reale divenendo meno capaci di avere un effetto su ciò che si percepisce: si diviene spettatori magnifici ma impotenti” (p. 213).

In Così lontano così vicino di Wim Wenders ritroviamo il simbolismo della sublimatio (così come nel prequel Il cielo sopra Berlino).

La scena si apre con l’immagine di un’ala spiegata che lascia il posto all’inquadratura da un buco della serratura — una scoperta in fieri, che lentamente si allarga. L’inquadratura poi si eleva sempre più. Il campo si allarga e si solleva fino a sorvolare una torre (immagine alchemica tipica dei sogni che parlano di sublimatio), sovrastata da una statua che rappresenta la “donna alata”. Siamo messaggeri che portano la luce nell’oscurità, che portano la parola a chi non ce l’ha.

Dare voce e significato attraverso la sublimatio: ecco qual è il senso della vita.

Sempre nel film, nel dialogo tra Raphaela e Cassiel, si esprime la fatica di questo processo: l’elevazione sopra la materia, la difficoltà a trascenderla. L’uomo non ha assoggettato la terra, come crede, ma ne è diventato suddito. La terra, simbolo della materia ancora grezza, resta imprigionata in immagini letteralizzate, bidimensionali e pesanti: non elevano, non trasfigurano, sono concrete e prive di desiderio. Solo attraverso la trasformazione simbolica si apre la via verso la leggerezza.

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